Batterio killer, l’esempio tedesco da non seguire: i rischi del federalismo sanitario.

La sanità è una materia complessa e delicata, densa di conseguenze negative se gestita male, e non solo sulla salute dei cittadini, ma anche sulle tasche dei produttori e dei consumatori, come dimostrato dalla recente epidemia batterica in Germania, affrontata in modo catastrofico dalle autorità tedesche con decine di morti, migliaia di soggetti infetti e centinaia di milioni di euro dilapidati. Ancora oggi non vi è certezza su quali alimenti abbiano effettivamente veicolato l’infezione e, analogamente a quanto successo anni fa con la sindrome della mucca pazza in Gran Bretagna, la miopia e la divisione delle burocrazie ministeriali, in questo caso tedesche, ha generato prima una mancanza di trasparenza che ha allarmato e reso diffidenti cittadini e governi di tutta Europa, poi un caos informativo in cui il ministro dell’agricoltura di un land (la regione) smentiva il ministro del land vicino, con i ministri della salute dei singoli länder che litigavano tra loro e il ministro federale della salute che manifestava pubblicamente tutta la sua impotenza.

E’ importante discutere di queste disfunzioni, tipiche di un paese federale la cui sanità non ha alcuna forma di coordinamento nazionale, anche nella nostra Italia avviata, sembra, verso un federalismo spinto sul versante sanitario, per evitare errori analoghi in futuro e per consolidare quanto ha espresso e può esprimere di buono il nostro Servizio Sanitario Nazionale.

Attualmente in Italia questo non sarebbe potuto succedere; abbiamo fortunatamente un Ministero della Salute a cui è ancora affidata la tutela della salute di tutti i cittadini, indipendentemente dal luogo di nascita o di residenza. Abbiamo una rete di organizzazioni sanitarie e di medici sentinella in grado di attivarsi immediatamente in caso di emergenza ed abbiamo ancora forme di coordinamento centrale che non dobbiamo assolutamente perdere, anche se l’erogazione e gestione dei servizi sanitari sono affidate alle singole regioni – e ciò sta determinando diseguaglianze crescenti tra cittadini che vivono in regioni più virtuose e quelli che abitano in regioni (quasi tutte quelle del centro sud) in forte ritardo e difficoltà. Perché quello di buono che già esiste a livello centrale non venga vanificato, c’è bisogno della diffusa consapevolezza, sia tra gli addetti ai lavori, sia nella popolazione generale, che non è con slogan sul federalismo che potranno essere affrontati i problemi della sanità del futuro, stretta tra l’aumento dei bisogni sanitari della popolazione, l’incremento della domanda di servizi da parte dei cittadini e la limitatezza delle risorse finanziarie e umane disponibili.

Leggi tutto

Pubblicato da drsilenzi

Medico specialista in Igiene e Medicina Preventiva, PhD in Sanità Pubblica presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore – Roma. Attualmente opera presso la Direzione Strategica dell'Agenzia di Tutela della Salute di Brescia ed è membro del Comitato Direttivo del Centro di Ricerca e Studi sulla Leadership in Medicina dell'Università Cattolica del Sacro Cuore. Dal 2014 riveste la carica di Vice Presidente Vicario della Società Italiana di leadership e Management in Medicina – SIMM (www.medici-manager.it).

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: