Per uscire dall’interminabile crisi del debito, l’Europa avrebbe bisogno di un programma ambizioso come quello promosso dagli Stati Uniti nel dopoguerra. Ma stavolta la volontà latita e gli avversari sono molti e potenti.
Nel 1947 gli americani innescarono la ripresa economica dell’Europa attraverso il piano Marshall. Oggi c’è chi vorrebbe che l’Europa ne mettesse a punto uno nuovo per salvare se stessa. Il presidente della Commissione europea José Manuel Barroso e il primo ministro polacco Donald Tusk – prossimo presidente del Consiglio dei ministri europei – hanno fatto capire chiaramente che il governo di Atene e altri esecutivi d’Europa non saranno più in grado di “vendere” agli elettori nuovi programmi di austerity con la promessa della ripresa economica e del rinnovamento. Il voto della settimana scorsa ha fatto guadagnare un po’ di tempo a tutti, ma non molto. Un nuovo piano Marshall è un’ipotesi realizzabile o soltanto una speranza vana? Riesaminare brevemente la situazione dell’Europa negli anni quaranta può essere utile per capire la realtà attuale e individuare gli ostacoli futuri.
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