Il premio Nobel Montagnier ai giovani medici: “Siate innovativi senza fretta”

Al campus di Fisciano la lezione del Premio Nobel che è stato insignito del Premio Scuola Medica Salernitana alla carriera e del sigillo dell’Università degli Studi di Salerno

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Montagnier riceve il premio alla carriera

SALERNO — «Abbiate uno spirito innovativo e cercate di non essere frettolosi. Bisogna ascoltare i pazienti, considerare che sono malati ed aiutarli»: è questo l’auspicio che il Nobel per la Medicina, Luc Montagnier, insignito del Premio Scuola Medica Salernitana alla carriera e del sigillo dell’Università degli Studi di Salerno, ha rivolto ai 132 giovani neolaureati in occasione del Giuramento di Ippocrate, ieri pomeriggio nel campus di Fisciano. È sulla necessità della prevenzione che ha insistito l’illustre virologo, che nel 1983 ha scoperto il virus Hiv dell’Aids ed autore del libro «La scienza ci guarirà», in cui ipotizza che nel 2050 si potrà vivere fino a 120 anni. «Non ci sono segreti, ma successioni di progressi scientifici. Occorre salvaguardarsi come persone, guarire e prevenire». Ispirazione e coscienza morale, alimentate dalla scienza, senza nessuna retorica, sono state il leit motiv del lungo discorso con cui il presidente dell’Ordine dei Medici di Salerno, Bruno Ravera, ha introdotto il giuramento. «I valori etici sono inscindibili dai fatti biologici. Stiamo vivendo un momento difficile per il paese, che incide anche sulla sanità e da cui non è esente neanche l’Ordine dei medici, che si ritrova a discutere una profonda rivoluzione legislativa. Il sistema sanitario nazionale, che tutti criticano, è considerato tra i migliori al mondo dopo quello francese: tuttavia esiste un diffuso scetticismo verso la medicina e il 15% della popolazione fa ricorso a tecniche alternative, ritenute valide senza base scientifica. Il problema fondamentale – continua Ravera – è che il medico non sa più ascoltare il malato, non riesce più a dialogare. Non si tratta di curare, ma di «prendersi cura». Non si richiede carità o amore, ma solidarietà tra due esseri, tra chi soffre e chi può mitigare la sofferenza». Ha parlato di dedizione e di ricerche mediche applicate in campo umanitario anche Padre dottor Alberto Zamberletti, missionario in Guinea Bissau, a cui è stato conferito il Premio Medico dell’Anno. Fragorosi applausi per Paolo Macchiarini, Premio alla Ricerca Scientifica in Medicina. Il brillante chirurgo di fama internazionale, primo al mondo nell’ambito della chirurgia rigenerativa, ha provocato, con il suo intervento, una querelle intellettuale, determinata da visioni completamente divergenti, con il professore Enrico Gherlone, a cui è andato il Premio per la Ricerca Scientifica in Odontoiatria. «L’Università di Salerno è la prima ad invitarmi. Ci vuole coraggio – sottolinea Macchiarini, di origini per metà campane – penso che voi giovani vi meritiate di più di quello che l’Italia vi offre. Abbiamo una realtà ‘schifosa’, non all’altezza della storia dell’immenso potenziale culturale di questo paese. L’Università italiana è marcia, non per la formazione, ma dopo. La medicina è il mondo: aprite i vostri cuori, salvate i pazienti, dite quello che pensate e non smettete di sognare. I malati non sono numeri, ma esseri umani. Coraggio». «E’ come sparare sulla Croce Rossa – ha replicato Gherlone, vicepreside della facoltà di Medicina del San Raffaele di Milano – non è tutto così nero, ma bisogna cambiare le cose dall’interno. Lavoro a stretto contatto con il Ministero della Salute e abbiamo dato forte impulso alla sanità, con grande cuore ed impegno, guardando al futuro».

da Corriere della Sera

Pubblicato da drsilenzi

Medico specialista in Igiene e Medicina Preventiva, PhD in Sanità Pubblica presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore – Roma. Attualmente opera presso la Direzione Strategica dell'Agenzia di Tutela della Salute di Brescia ed è membro del Comitato Direttivo del Centro di Ricerca e Studi sulla Leadership in Medicina dell'Università Cattolica del Sacro Cuore. Dal 2014 riveste la carica di Vice Presidente Vicario della Società Italiana di leadership e Management in Medicina – SIMM (www.medici-manager.it).

Una opinione su "Il premio Nobel Montagnier ai giovani medici: “Siate innovativi senza fretta”"

  1. Purtroppo il prof. Macchiarini parlava per esperienza personale. Invitato a non partecipare a un concorso universitario -appena specializzato- per lasciare il posto a un raccomandato, è emigrato a Parigi dove ha lavorato ad altissimo livello. E’ stato chiamato a insegnare ad Hannover, poi a Barcellona e poi tre anni fa -dopo che era diventato famoso per aver eseguito il primo trapianto di trachea al mondo (con un organo bioingegnerizzato immunocompatibile) a Firenze dove gli avevano offerto una cattedra “per chiara fama”. Si è messo a disposizione per trasmettere le sue conoscenze ai giovani medici italiani, per portare in Italia i suoi progetti di ricerca. Ma non ha fatto quel che si aspettavano probabilmente gli universitari: non ha ringraziato umilmente (di che? Era lui che faceva un favore a rientrare!), ha fatto le sue osservazioni e cercato di cambiare quello che non andava bene. Soprattutto, si è messo al lavoro, e bene. Invidia, paura… cominciano le insinuazioni, poi i pettegolezzi e le calunnie. Il suo curriculum non è sufficiente (stranamente al London University College e al Great Hormond Street Hospital basta per farlo Honorary Professor), la cattedra -garantita con tanta sicurezza da fargli dare le dimissioni da Barcellona- non arriva, finché si stufa (dopo un anno e mezzo di attesa, senza che gli abbiano mai permesso di fare lezione e neppure di far partecipare gli specializzandi ai suoi interventi) e dichiara pubblicamente di essere stato preso in giro e che se ne andrà a insegnare a Stoccolma. Apriti cielo! Ha osato dire quello che tutti sanno: che all’Università valgonopiù parentele e amicizie che il merito. Segua campagna stampa a Firenze a colpi di insinuazioni e calunnie; silenzio stampa invece (sui giornali che lo accusano) su altri interventi straordinari, come il trapianto di trachea e laringe e quello di trachea completamente sintetica… Andate sul sito http://www.amicidimacchiarini.it, e guardate il servizio di Sabrina Giannini su Reportime (“Il chirurgo che non riesce a trapiantare sè stesso”) e capirete cosa è successo a uno che aveva “cercato di cambiare le cose dall’interno” in un’Università pubblica (con buona pace dell’ottimismo ostentato dal prof. Gherlone). E siccome Careggi è un’azienda ospedaliero-universitaria, con l’opposizione dell’Università diviene a un certo punto impossibile lavorare anche solo nella sezione ospedaliera, per cui (proprio alla vigilia della consegna del premio) ha dovuto abbandonare anche l’attività solo operatoria. Comunque, come ha detto Macchiarini, non arrendetevi, lottate anche voi. E coraggio!

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