Bankia rischia di diventare un problema deflagrante per i tifosi di calcio spagnoli. Che gli istituti di credito c’entrassero con le banche, gli iberici dovrebbero saperlo: basta loro guardare a cosa è successo in italia negli ultimi dieci anni (a Roma e Lazio, ad esempio). Ma quello che racconta Danilo Taino sul Corriere della Sera ha dell’incredibile: il Barcellona, qualche giorno prima della dichiarazione di responsabilità sui buchi di bilancio, ha bussato alla porta di Bankia per la campagna acquisti del post-Guardiola. Ma sia l’istituto in crisi che le altre banche hanno detto no:
Un sussulto di dignità di fronte alla prospettiva di dover chiedere all’Europa 100 miliardi di aiuti per tenere in piedi il sistema finanziario spagnolo. La cattiva notizia (per italiani, spagnoli e tutti gli altri contribuenti dell’Eurozona) è che i 10,5 milioni di stipendio per Messi la «pulce», i 13 per la stella del Real Madrid Cristiano Ronaldo, i 14,8 del suo irascibile allenatore Mourinho e gli altri mega stipendi della Liga arriveranno dalle loro tasche.
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Anche perché il debito del calcio spagnolo, prima e seconda divisione, ronza attorno a 5 miliardi, un mezzo punto del deficit nazionale. Fosse una famiglia (o anche solo un’azienda normale) avrebbe già i libri in tribunale visto che gli incassi annuali sono dell’ordine dei 1,8miliardi, ma le spese correnti sono di 300 milioni più alte:
Per andare in pari (senza neppure cominciare a restituire i debiti) bisognerebbe liquidare i calciatori di un terzo della Liga oppure il Real Madrid dimezzare il monte stipendi ai vari Ronaldo, Kaka e co. Solo di tasse arretrate e oneri sociali il futbol deve un miliardo al Regno di Spagna. Il ministro dell’Educazione e dello Sport, José Ignacio Wert, ha appena firmato un accordo con la Liga de Fútbol Profesional in base al quale, dal prossimo campionato, il 35% dei diritti tv andrà a garanzia degli arretrati. Per mettersi in regola con il Fisco, Real, Barça e gli altri hanno tempo però fino al 2020. Otto lunghissimi anni. Cominciando a pagare dalla stagione 2014-2015.
E poi ci sono gli esempi concreti:
Florentino Peres, patron dei blancos, ottenne 76,5milioni da Caja Madrid per comprare Cristiano Ronaldo e Kaka (90 e 67 milioni) nel 2009. Ottimo il tasso d’interesse: 1,5 più dell’Euribor. Nella stessa estate il Valencia evitò il fallimento grazie a unmaxi prestito di Bancaja. Entrambe le banche vennero poi fuse in Bankia per salvarle dall’esplosione della bolla immobiliare. Allora fu lo Stato spagnolo a mettere i 4 miliardi necessari,ma siccome la palla è rotonda e, soprattutto i soldi sono finiti, ora toccherà agli europei metterne 19.