Sanità: le risorse ci sono, ma servono a coprire i debiti e gli sprechi

Il rapporto Sic 2011 mostra che negli ultimi dieci anni la spesa sanitaria è cresciuta del 60 per cento, ma a beneficiarne non sono stati i cittadini

Aumentano le risorse del Servizio sanitario nazionale, ma non a vantaggio dei cittadini, ma per coprire le spese degli sprechi e delle inappropriatezze. Una gravità enorme che sta mettendo a serio rischio in Italia il diritto della tutela della salute. È quanto è emerso dal compendio Sic Sanità 2011 presentato a Roma da Federanziani presso il Senato della Repubblica.
Negli ultimi dieci anni, a fronte di un aumento della spesa sanitaria di ben il 60 per cento, ovvero da 69,3 miliardi di euro del 2000 a 110,6 miliardi di euro del 2010, i cittadini sono costretti ad acquistare «con i loro soldi il 50% dei farmaci (6,3 miliardi) rispetto alla spesa sostenuta del Servizio sanitario nazionale (12,3 miliardi), mentre la spesa sanitaria procapite nazionale resta quasi invariata negli ultimi 3 anni, da 1.782 euro del 2008 a 1.883 euro del 2010», rileva il Sic 2011.
E ancora. Calano di circa 3,5 milioni in tre anni le giornate di degenza totali, passando da 75,3 milioni del 2008 a 71,9 del 2010, mentre nello stesso periodo sono circa 800 mila i ricoverati in meno (dai 12,1 milioni del 2008 agli 11,2 milioni del 2010), tanto che il presidente di Federanziani, Roberto Messina, si è chiesto «se ci si ammala di meno o se ci sia a disposizione una medicina miracolosa».
Tra i più significativi sprechi rilevati dal Sic 2011, «indignano gli sprechi elevati nei centri di trapianti, che sono 50 dislocati su tutto il territorio nazionale, con una media annuale di poco più di 60 trapianti per centro. Appare un inutile spreco – rileva ancora il Compendio – la presenza di ben 5 centri di trapianti nel Lazio, quasi come centri trapianti di quartiere, tutti peraltro nella sola città di Roma».
Il Sic 2011 evidenzia, tra le poche note positive, in un quadro complessivamente preoccupante, l’aumento di ben 523 unità di strutture private accreditate residenziali per anziani (da 3.717 nel 2007 a 4.240 nel 2009).

da HealthDesk

Pubblicato da drsilenzi

Medico specialista in Igiene e Medicina Preventiva, PhD in Sanità Pubblica presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore – Roma. Attualmente opera presso la Direzione Strategica dell'Agenzia di Tutela della Salute di Brescia ed è membro del Comitato Direttivo del Centro di Ricerca e Studi sulla Leadership in Medicina dell'Università Cattolica del Sacro Cuore. Dal 2014 riveste la carica di Vice Presidente Vicario della Società Italiana di leadership e Management in Medicina – SIMM (www.medici-manager.it).

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