Le cause contro i medici sono un boomerang per il cittadino: limitiamo la medicina difensiva.

I contenziosi tra pazienti e medici, nell’ultimo decennio sono cresciuti del 145%, arrivando a costare alle casse delle aziende ospedaliere 500 milioni di euro all’anno e il maggior numero di cause legali si registra per i settori di ostetricia e la ginecologia. Sono i dati, allarmanti, diffusi dal presidente della Società italiana di medicina legale e delle assicurazioni (Simla), Paolo Arbarello che ieri ha aperto i lavori delle Giornate medico legali romane ed europee. «Noi al policlinico Umberto I di Roma siamo in regime di autotutela – afferma Arbarello – ed è una situazione che investe anche molti altri ospedali italiani. Siamo praticamente senza assicurazione e siamo costretti a pagare i risarcimenti ai pazienti che vincono le cause legali con i fondi dell’ospedale. Circa un anno fa, al rinnovo delle polizze, le compagnie di assicurazione hanno disertato la gara d’appalto». È un segnale allarmante, secondo Arbarello che legge come conseguenze del progressivo e costante aumento di cause legali, l’aumento del numero dei parti cesarei, oggi al 35-40% in Italia, e la riduzione degli interventi per protesi d’anca nei pazienti con più di 70 anni».

Tratto da http://www.doctor33.it

Pubblicato da drsilenzi

Medico specialista in Igiene e Medicina Preventiva, PhD in Sanità Pubblica presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore – Roma. Attualmente opera presso la Direzione Strategica dell'Agenzia di Tutela della Salute di Brescia ed è membro del Comitato Direttivo del Centro di Ricerca e Studi sulla Leadership in Medicina dell'Università Cattolica del Sacro Cuore. Dal 2014 riveste la carica di Vice Presidente Vicario della Società Italiana di leadership e Management in Medicina – SIMM (www.medici-manager.it).

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