Spot pro-denunce: il Ministro Balduzzi prenda provvedimenti per tamponare la medicina difensiva

23 AGO – “Gli spot televisivi, che invitano i cittadini a denunciare i casi di presunta malasanità rappresentano un attacco pericoloso e ingiustificato contro i camici bianchi italiani. Il 90% delle accuse legali contro il personale sanitario termina con un’assoluzione da parte della magistratura. Non siamo neanche d’accordo con l’introduzione del sistema bonus malus nelle polizze assicurative per i medici”. E’ questo il commento del presidente della Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia (Sigo), Nicola Surico, alla recente campagna pro-risarcimenti.

Spot trasmessi, ricorda la Sigo, alla vigilia dell’approvazione da parte del Governo di un provvedimento legislativo che disciplina la responsabilità medica e il sistema assicurativo professionale. Una specifica clausola di questo decreto vuole estendere al personale sanitario il principio delle classi di merito, come quello in uso nelle polizze Rc auto. “La salute dei cittadini viene tutelata se è garantita al medico la libertà di agire come ritiene più opportuno – prosegue Surico -. Fomentare tramite campagne fuorvianti la ricerca dell’errore medico e del risarcimento a tutti costi incentiverà ulteriormente il ricorso alla medicina difensiva. Molti camici bianchi rifiuteranno di assumersi gravi responsabilità nei casi clinici di emergenza. Ma, se un chirurgo o un traumatologo possono, a volte, ritirarsi di fronte a casi complicati, questo non può avvenire per il ginecologo ostetrico, che opera in sala parto ed è costretto a prendere importanti decisioni in tempo reale per tutelare la salute di madre e neonato”.

Per questo la Sigo chiede urgentemente al ministro della Salute Renato Balduzzi di intervenire affinché si approvi in breve tempo un decreto che preveda l’obbligo assicurativo da parte dello Stato per il singolo professionista. “Per noi ginecologi – sottolinea il presidente Surico – la situazione non è più sostenibile dal momento che i costi raggiunti dalle polizze sono proibitivi. Inoltre è sempre più difficile trovare una compagnia disposta ad assicurarci. Un ulteriore provvedimento auspicabile è quello di stabilire, all’interno del contenzioso medico-legale, un tetto massimo di risarcimento. Questo limite potrà garantire la copertura assicurativa a tutto il personale medico operante nel sistema sanitario nazionale”.

da QuotidianoSanità

Pubblicato da drsilenzi

Medico specialista in Igiene e Medicina Preventiva, PhD in Sanità Pubblica presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore – Roma. Attualmente opera presso la Direzione Strategica dell'Agenzia di Tutela della Salute di Brescia ed è membro del Comitato Direttivo del Centro di Ricerca e Studi sulla Leadership in Medicina dell'Università Cattolica del Sacro Cuore. Dal 2014 riveste la carica di Vice Presidente Vicario della Società Italiana di leadership e Management in Medicina – SIMM (www.medici-manager.it).

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