Nell’ultima tornata elettorale la sanità è letteralmente sbarcata in Parlamento, come documentato da un’interessante articolo apparso su Panorama della Sanità dello scorso 25 marzo (leggi qui) che ha raccolto nomi, volti e curricula di tutti i parlamentari provenienti dalle fila della sanità italiana.
Difatti, nella legislatura che si è aperta in questi giorni, la XVII, il “partito della Sanità” conta ben 73 parlamentari, quasi tutti alla prima esperienza.
Tra questi dovere di menzione, in primis, è per i due “Presidenti”: il dott. Amedeo Bianco e la dott.ssa Annalisa Silvestro, entrambi alla prima esperienza politica arrivata dopo anni passati a capo, rispettivamente, della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi ed Odontoiatri (FNOMCeO) e della Federazione Nazionale Collegi Infermieri professionali, Assistenti sanitari, Vigilatrici d’infanzia (IPASVI).
Massima è la stima professionale e grande l’augurio di intraprendere nel migliore dei modi questa nuova avventura, magari con una carriera politica altrettanto fortunata e di qualità.
I dubbi (tanti) riguardano semmai la gestione del post elezione che ha visto entrambi cercare l’appoggio dei propri consigli direttivi al fine di tutelare la “doppia carica”, Senatore e Presidente, probabilmente in vista di una XVII legislatura incerta e segnata da auspici che lasciano presagire un suo sviluppo vincolato a termine.
Per approfondire leggi qui per IPASVI e qui per FNOMCeO 1, 2, 3
Parlando della Professione medica, poi, risulta veramente grottesco affermare che la carica di Senatore per il Presidente del massimo organo di rappresentanza dei medici sia “una valore aggiunto per la Professione” (leggi qui).
Come sono stati ribaditi la stima professionale e l’augurio di una brillante carriera politica allo stesso modo è lecito ribadire l’inaccettabilità di questa scelta che trascina direttamente nell’agone politico le massime istituzioni delle professioni sanitarie che, nella loro stessa costituzione invece, gridano l’obbligo di restare super partes per garantire la tutela della terzietà degli organi di massima rappresentanza di medici ed infermieri.
Un Paese che da anni è costretto, suo malgrado, a discutere senza soluzione del conflitto di interesse ai massimi livelli a causa dell’inettitudine della propria classe politica, vive in sordine quello che altrove, in qualsiasi altra parte del mondo civile, avrebbe gridato allo scandalo.
Non è questione di lotte interne, non è questione di poltrone o poltroncine.
Ne va della credibilità di una Sanità che può mettere a disposizione del Paese autorevolissime professionalità, come avvenuto in passato e come accaduto anche questa volta, ma che deve far sentire la propria voce a tutela di tutti, non soltanto di una parte, qualunque essa sia.
Per favore, se siamo tornati ai livelli del Senato delle Corporazioni qualcuno ci avverta.
Non è facile, in questi giorni convulsi a causa della crisi finanziaria e di sistema che stiamo vivendo, capire qual è il volto dell’Italia migliore che siamo chiamati a presentare al mondo.
Tra tanti dubbi una certezza arriva dai giovani: non è sicuramente quella del Paese del conflitto di interesse, della doppia morale e delle doppie poltrone.