
AMBULATORIO DEDICATO – I test sono organizzati dall’assessorato alla Sanità della Regione Lazio, l’ospedale Spallanzani (specializzato in malattie infettive) e il pediatrico Bambin Gesù, l’Asp (l’Azienda di sanità pubblica) e la Asl Roma E, competente a livello territoriale, il Gemelli ha quindi immediatamente attivato un ambulatorio dedicato e ha richiamato tutte le famiglie dei piccoli nati tra i primi di marzo e la metà di luglio. Anche se Costantino Romagnoli, il responsabile del reparto incriminato, assicura che «il rischio non è giudicato elevato». «Noi faremo la nostra parte negli accertamenti sulla quota di bambini che ci saranno assegnati dal piano, così come il Gemelli e lo Spallanzani. Alcuni saranno indirizzati qui anche per motivi logistici, a seconda di dove abitano» afferma il primario specialista in malattie infettive dell’ ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma, Alberto Villani.
12 SETTIMANE – «Dal momento dell’esposizione, la malattia si sviluppa nell’arco di 12 settimane – afferma Costantino Romagnoli – e i sintomi sono chiari: febbre e tosse persistente». E proprio un colpo di tosse potrebbe veicolare il contagio. I bacilli della tubercolosi si trasmettono infatti per via aerea. Ma, rassicurano dal Gemelli, «nel nido, i contatti tra personale sanitario e i piccoli non è frequente e quelli con l’infermiera sono stati sporadici». Il medico ha spiegato infatti che bisogna distinguere tra malattia e infezione: quest’ultima, infatti, in gran parte dei casi “rimane latente, ed è innocua perchè il sistema immunitario fornisce protezione“.
RISCHI MINIMI – «Il Gemelli – sottolinea Villani- è stato molto attento, se ne sono accorti in tempo, per cui rischi potenziali ce ne sono ma sono davvero minimi. Se non se ne fossero accorti in tempo rischio ce ne sarebbe stato». Il consiglio del medico alle famiglie è «di stare tranquilli, affidarsi alle istituzioni, e questo vale per chi dovrà essere sottoposto a controlli. Gli altri non devono preoccuparsi». I sintomi, d’altronde, ha spiegato Villani, sono talmente banali e comuni che qualunque bambino, anche sano, potrebbe presentarli: «tosse, inappetenza. Ma bisogna stare tranquilli. Il vero rischio è il panico generato inutilmente. La situazione è ben gestita – ha concluso – ed è un esempio di come le istituzioni lavorano bene».
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