Sanità, parte la rivoluzione ticket in Toscana cercando un maggiore giustizia fiscale (Valdelsa.net)

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22-08-2011 TICKET SANITA’ TOSCANA | Parte la rivoluzione ticket in Toscana. Tutti i cittadini non esenti e con un reddito superiore ai 36mila euro dovranno pagare un contributo, modulato sul reddito, sui farmaci e sulle visite specialistiche. Le novità del provvedimento sono state spiegate dal presidente della Regione Enrico Rossi.

«Chiariamo subito – ha spiegato il governatore – i ticket sono voluti dal governo nazionale. Ci hanno tagliato 66 milioni di euro e l’intento del governo era quello di imporre un ticket uguale per tutti di 10 euro. Noi ci siamo opposti e abbiamo modulato diversamente in rapporto al reddito la compartecipazione. Prima di tutto dobbiamo dare un messaggio di tranquillità: il 70% delle prestazioni che noi eroghiamo come servizio sanitario regionale è esente per patologia o invalidità, questi cittadini continueranno a non pagare nessun ticket».

Ecco le tre fasce di reddito individuate: da 36.151 a 70mila, da 70mila a 100 e oltre 100mila. «Abbiamo messo i ticket – ha continuato Rossi – sulla farmaceutica per redditi a partire da 36mila in su e sulla specialistica. Abbiamo messo una compartecipazione per le grandi prestazioni su risonanza magnetica e tac modulata in rapporto alle fasce di reddito». Da domani, per i farmaci e le visite si farà riferimento all’Isee o al reddito familiare fiscale.

«Consigliamo a tutti di fare riferimento all’Isee – ha raccomandato Rossi – già 617mila cittadini in Toscana sono in possesso di questo documento su 1,7 milioni di abitanti. E’ più equo e tiene conto del reddito familiare complessivo, con una serie di detrazioni, come figli a carico, il conto in banca, il mutuo o l’affitto. Il reddito fiscale no». Per esempio, in una famiglia di quattro persone (due lavoratori e due figli), con un reddito da 65mila euro annui, un mutuo da 200mila euro e un conto da 25mila, l’Isee verrebbe 26mila euro e la famiglia rientrerebbe in una fascia esente.

«Abbiamo costruito la delibera per agevolare chi presenta l’Isee che deve diventare, in 5-6 mesi, un punto di riferimento per i servizi sanitari, come per i comuni. Con l’Isee la condizione effettiva è molto più evidente», ha continuato Rossi. Le tre fasce di reddito hanno tutte una sigla. Con l’Isee, la sigla è Ib per la prima fascia, da 36mila a 70mila. Da 70 a 100mila è Ic e oltre è Id.
Con il reddito lordo fiscale, la sigla è rb-rc-rd. Per la specialistica, il cittadino troverà alla Asl dei moduli dove dichiarare la propria fascia di reddito. Per i farmaci, invece, si dovrà dichiarare il reddito, sempre utilizzando le apposite sigle, sulla ricetta. Per gli esenti, ci penserà il medico curante a segnalarlo sulla ricetta. Per i farmaci, chi rientra nella prima fascia pagherà un euro, due nella seconda e tre nella terza. Per la specialistica il contributo sarà di 5, 10 e 15 euro.

Il governatore Rossi ha già annunciato guerra ai furbi, con controlli sulle autocertificazioni: «Stiamo concludendo l’accordo con Equitalia, cercando di smussare le sue asperità – ha annunciato – però garantiamo controlli in percentuale più che sufficiente per scoraggiare i furbi. Procederemo con molto determinazione».

Pronti anche i farmacisti: «Le farmacie – ha spiegato Marco Mungai Nocentini, presidente dell’associazione farmacisti Toscana – hanno condiviso la manovra. Non mi risultano prese di posizioni, l’obiettivo è dare continuità al servizio. Tutte le varie problematiche le misureremo con i fatti. Stanotte, nelle 1.100 farmacie toscane, gireranno i programmi per aggiornare software. Le farmacie sono state informate e il cittadino dovrà solo barrare le caselle con il reddito e mettere firma. Siamo tranquilli, ma ci potrà essere qualche rallentamento nel servizio».

In conclusione il presidente Enrico Rossi ha dichiarato: «Dobbiamo prendere la strada di una vera giustizia fiscale, dove i cittadini compartecipano al servizio in base all’effettivo reddito familiare. Chiedo pazienza e collaborazione mi pare che adesso scegliere la via facile penalizza chi è più debole e non crea prospettive per il futuro. Chiedere un euro a un precario che non sa come arrivare in fondo al mese è un insulto, mentre a chi ha un reddito da più di 100mila euro si può chiedere anche molto più di quanto non chiediamo adesso”. Secondo Rossi, “la più grande rivoluzione dei ticket è culturale: avere l’onestà di scrivere su un foglio quanto prendiamo. Se si pagasse le tasse in questo Paese, non ci sarebbe bisogno della manovra. Dobbiamo lavorare affinchè a pagare non siano sempre gli stessi. Dovremmo chiedere perché c’è questa situazione così scandalosa e vergognosa. Se andassimo a chiedere soldi a chi veramente è sotto i 36mila euro, è evidente che a ingiustizia si sommerebbe a ingiustizia».

da Valdelsa.net

Pubblicato da drsilenzi

Medico specialista in Igiene e Medicina Preventiva, PhD in Sanità Pubblica presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore – Roma. Attualmente opera presso la Direzione Strategica dell'Agenzia di Tutela della Salute di Brescia ed è membro del Comitato Direttivo del Centro di Ricerca e Studi sulla Leadership in Medicina dell'Università Cattolica del Sacro Cuore. Dal 2014 riveste la carica di Vice Presidente Vicario della Società Italiana di leadership e Management in Medicina – SIMM (www.medici-manager.it).

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