“Effettuare i test anche agli specializzandi di medicina che hanno accesso all’ospedale” è la nuova richiesta dell’associazione che ha inviato una diffida al ministro Fazio sui dati di incidenza del bacillo
Estendere i controlli sulla Tbc anche agli studenti di medicina e agli specializzandi che hanno accesso al policlinico Gemelli. E’ la nuova richiesta lancita dal Codacons che spiega: ”Finalmente, anche se in netto ritardo, la Procura di Roma ha preso in considerazione la possibilità di una contaminazione ambientale, che può interessare reparti diversi da quello di neonatologia – afferma il presidente Carlo Rienzi – ciò significa che oltre al personale sanitario, anche gli studenti e gli specializzandi che hanno accesso al policlinico, possono essere entrati in contatto col bacillo. Loro, che generalmente non sono sottoposti ai controlli periodici riservati ai dipendenti, devono quindi effettuare i test gratuiti e verificare un eventuale contagio”.
L’associazione ha poi inviato oggi una diffida al ministro della Salute, Ferruccio Fazio, relativamente ai dati sull’incidenza della Tbc in Italia apparsi sul sito internet del dicastero. Il ministro scrive infatti: dei 1.415 soggetti già sottoposti al test quantiferon l’8,6 per cento è risultato positivo, quindi, sotto quello che è l’indice di bassa incidenza della Tbc nei Paesi sviluppati. ”Questa affermazione – spiega il Codacons – contraddice nettamente i dati statistici ufficiali suddivisi per fasce d’età: in base ai dati Istat per gli anni 1992-2007, infatti, l’incidenza della Tbc tra la popolazione di età inferiore ai 14 anni è di quattro volte inferiore alla media nazionale, senza contare che il dato relativo alla popolazione neonatale è praticamente dello zero per cento”. Per tale motivo il Codacons ha diffidato il ministro ”a modificare le informazioni riportate sul sito del ministero della Sanità, che rischiano di creare disinformazione e confondere le famiglie coinvolte”.