«L’economia mondiale è nel bel mezzo di una trasformazione radicale», assicura Justin Yifu Lin. Nel 2025, sei Paesi (Cina, India, Messico, Russia, Brasile e Corea del Sud) faranno da soli metà della crescita economica mondiale. Secondo il colosso della consulenza PwC, fra due anni l’economia brasiliana supererà quella inglese; nel 2018 la Cina scavalcherà gli Stati Uniti e nel 2019 il Messico farà altrettanto con l’Italia.
Inoltre, sempre a detta di Lin – che è il capoeconomista della Banca Mondiale – intorno al 2025 il sistema monetario internazionale potrebbe cessare di essere basato solo su una valuta: l’euro e il renminbi potrebbero affiancare il dollaro. Benvenuti nel mondo multipolare.
Le turbolenze degli ultimi anni non hanno rallentato la tendenza, semmai l’hanno accelerata: «Nel 2050 le economie E-7, quelle emergenti, saranno del 64% più grandi di quelle G-7», si legge nel paper The World in 2050 di PriceWaterhouseCoopers. Ovvero più delle originali previsioni, perché dopo la crisi finanziaria del 2008 le economie E-7 hanno fatto meglio delle “grandi”. «E il copione si ripeterà con la crisi in corso», commenta John Hawksworth, capoeconomista di PwC, raggiunto per telefono a Londra. «Anche se prevedere il breve termine è sempre difficile, la tendenza a lungo termine rimane quella».
Continua a leggere su il Sole 24 Ore