A un anno dalla laurea oltre l’81% di medici e professionisti della salute lavora. Un record al confronto degli altri laureati, occupati in modo stabile solo nel 36% dei casi. Tra le 22 professioni sanitarie non mediche il 93% degli infermieri a un anno dalla laurea lavora, mentre “solo” il 56% dei tecnici di fisiopatologia cardiocircolatoria è occupato. Il 98,6% dei medici a tre anni dalla laurea si sta specializzando ed è retribuito, ma il 36,5% di dottori – quasi tutti quelli che hanno concluso il corso di medicina generale e sono tornati all’università per una specializzazione – in media è già a tempo indeterminato.
Per i medici invece nessun problema: «La specializzazione è un lavoro retribuito e deve essere considerato tale, anche se a termine (5 o 6 anni) – spiega Andrea Lenzi, presidente del Consiglio universitario nazionale e della conferenza nazionale dei presidenti di corso di laurea specialistica in Medicina e chirurgia – e la specializzazione è comunque a tutti gli effetti la “porta del lavoro”, senza eccezioni». E la conferma arriva dal gradimento dei medici: il 99% è convinto dell’efficacia della laurea per l’occupazione (solo lo 0,8% ne dubita) e dovendo dare un voto da 0 a 10 alla soddisfazione per il lavoro svolto, la media è 8,2. Come dire: i medici proseguono tutti gli studi post-laurea, ma il lavoro davvero non manca e la soddisfazione per quel che fanno è pressoché totale.